SCREENING PER IL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA

La Regione Toscana ha avviato dal 2013 un nuovo programma, che progressivamente sostituirà il precedente programma che veniva realizzato con il solo PAP Test.

E’ oggi noto che la causa responsabile di questo tumore è l’infezione da Papilloma Virus umano (HPV). Questo virus, a trasmissione sessuale, è largamente diffuso nelle nostre popolazioni a partire dall’età in cui iniziano i rapporti sessuali. La grande maggioranza di queste infezioni regrediscono spontaneamente, ma in alcuni casi, in particolare legati ad alcuni ceppi se (HPV 16 e HPV 18 e alcuni altri), possono diventare permanenti e nel corso degli anni determinare lesioni del collo dell’utero che possono evolvere in cancro. Il processo tumorale è in genere lento, può impiegare fino a 20 anni: un tempo sufficientemente lungo da consentire alle donne che si sottopongono regolarmente allo screening di interrompere lo sviluppo fin dagli stadi iniziali del tumore.

 

La Regione Toscana ha avviato dal 2013 un nuovo programma, che progressivamente sostituirà il precedente programma che veniva realizzato con il solo PAP Test.

 

Il Programma di screening con Test HPV Primario prevede:

  • Pap test (o striscio vaginale oncologico)per le donne di età compresa tra i 25 e i 33 anni. Il test deve essere ripetuto ogni 3 anni
  • Test HPVper le donne di età compresa tra i 34 e i 64. Il test deve essere ripetuto ogni 5 anni

 

Entrambi gli esami vengono effettuati attraverso un semplice prelievo di un piccola quantità di materiale che desquama dal collo dell’utero (cervice uterina) che l’ostetrica effettua in ambulatorio, dopo aver inserito in vagina un piccolo divaricatore (speculum).

Nel caso del Pap-test, il materiale prelevato viene poi strisciato su un vetrino ed esaminato al microscopio, per evidenziare eventuali cellule anormali.

Se il Pap-test evidenzia specifiche alterazioni è necessario eseguire la colposcopia. La colposcopia è un esame ginecologico con il quale il medico osserva il collo dell’utero dopo aver applicato acido acetico e talvolta una soluzione a base di iodio per evidenziare delle possibili zone di alterazione cellulare ed effettuare un’eventuale biopsia.

Una lesione della cervice uterina trattata localmente è considerata guarita.

Le donne con HPV positivo devono seguire un protocollo di sorveglianza suggerito dal Centro di Screening. Generalmente viene eseguito un Pap-test (triage) per valutare la presenza di lesioni.

Il Centro di Screening fornisce alla paziente le indicazioni per effettuare nuovamente il test, secondo il protocollo di sorveglianza, al fine di osservare la eventuale regressione dell’infezione virale ovvero la sua permanenza nel tempo. Un test positivo non significa in alcun modo avere in cancro della cervice.

Data l’alta efficacia sia della vaccinazione che del test di screening, le donne negative al test sono inviate a sottoporsi al test HPV ogni 5 anni.  

Da diversi anni in Italia le giovani donne (e in futuro anche tutti i maschi), a partire dai 12 anni sono sottoposte a vaccinazione, ma nonostante questo dovranno, in ogni caso, effettuare il test in età di screening (il primo gruppo di ragazze che sono state vaccinate parteciperà al primo screening nel 2021)

Una donna vaccinata che risulti anche negativa al test HPV ha un basso rischio di sviluppare un tumore della cervice uterina.