Il mio cancro
"Ho saputo di avere due carcinomi al seno sinistro. Quando la Dottoressa Daniela A. me lo ha detto, mi sono commossa ed ho percepito le lacrime che stavano arrivando da lontano. Poi accolta dalla gentilezza di queste Operatrici dell’ISPO, ho chiesto alle lacrime di tornare indietro perché il pianto, nell’intimità è liberatorio, ma così, in quella situazione, mi avrebbe destabilizzata..." di Laura Lucarini
Premessa
Poco dopo aver saputo di avere un cancro, mi hanno regalato un libro ,”Il riccio e la castagna” dove Marta Leri racconta la sua esperienza oncologica. Da qui mi è venuta la voglia di registrare su un diario la mia esperienza oncologica. Ho pensato di dividerlo nel prima dell’intervento chirurgico, nel durante la fase operatoria e chemio-radioterapica, nel dopo quando, nell’aprile del 2013, sarà finita questa lunga malattia.
Qui, per motivi di spazio, riporterò soltanto una parte del prima.
Ho dato un titolo al diario, “Il mio cancro “, perché mi sono resa conto che a pari referto istologico, a pari protocolli terapeutici ognuno poi vive la sua personale esperienza, talvolta assai diversa dagli altri soprattutto a livello psicologico.
Il mio cancro
Prima
Mercoledì 18 gennaio 2012 alle 12.30
Ho saputo di avere due carcinomi al seno sinistro.
Quando la Dottoressa Daniela A. me lo ha detto, mi sono commossa ed ho percepito le lacrime che stavano arrivando da lontano.
Poi accolta dalla gentilezza di queste Operatrici dell’ISPO, ho chiesto alle lacrime di tornare indietro perché il pianto, nell’intimità è liberatorio, ma così, in quella situazione, mi avrebbe destabilizzata.
Sono poi uscita nel giardino, ho respirato profondamente e consapevolmente, concentrata su quel flusso di aria che entrava e usciva dalle narici, mi sono seduta su un muretto e non mi sembrava possibile una simile diagnosi: io, una roccia fisicamente, negli ultimi tempi in pace con il mondo intero, senza particolari moti negativi nell’anima, dopo aver allattato due figli, con un’alimentazione piuttosto regolare, senza fumo e senza alcol, con attività fisica regolare, io, proprio io avevo due carcinomi…
Sostenuta da questo respiro liberatorio, come per incanto mi è arrivata una forza da dentro, dalla coscienza, che ha fatto lentamente affiorare una visione più “rosea” di quella situazione:
- È una prova che mi viene offerta per vedere… dove sono… come sono a livello mentale:
- Dopo tanto parlare da sana, ora vediamo cosa sai fare da malata -
- Ha colpito una parte non vitale del mio corpo
- Sono fortunata perché ho già in mano “qualche strumento” per soffrire un po’ meno psicologicamente
- Mi devo concentrare sulla cura di quella parte, la mente, che non è il carcinoma e che mai avrà il carcinoma ma che in qualche modo può accoglierlo, può averne compassione, amarlo e trasformarlo
- È un’opportunità di crescita e di trasformazione
- Mi farà essere al centro dei pensieri di chi mi sta intorno
Venerdì 20 gennaio 2012
Dopo aver parlato con Sergio e Cristiana, i miei insegnanti di yoga, ho veramente deciso di scrivere questo diario e capisco che mi fa bene. Chissà come finirà…
Ho comunicato ai miei figli, ai familiari ed agli amici che ho un cancro e le reazioni sono state veramente incredibili: chi mi ha accolto con parole d’amore, chi è sparito e chi si è così impaurito tanto da dover essere sostenuto… da me.
Questa è un’occasione per riflettere sull’ “accoglienza” e sulle relazioni. Per tutta la vita ho supportato gli altri con amore, per dovere, per abitudine ed ora mi domando cosa vuol dire veramente accogliere senza limiti, senza giudizi con equanimità. Sento il bisogno di ascoltarmi, di capire le mie necessità per rimanere stabile in questo momento particolarmente impegnativo della mia vita.
Comunque mi sento forte, gioiosa e tranquilla fino a commuovermi per quello che provo nonostante sappia che fra poco mi dovrò operare.
Da dove mi viene questo stato d’animo? dal benessere che ho nel fisico seppur malato? dall’amore che colma il mio cuore? dalla mente che cerca rifugio e benessere nella “pratica” (yoga, respiro onsapevole, meditazione) quotidiana?
Penso al dolore che arriverà, alla “invalidità” fisica, anche se temporanea e mi preparo mentalmente ad affrontare queste situazioni sapendo che la fede, il respiro consapevole, la concentrazione, il silenzio, la meditazione e la grande forza di volontà che ognuno di noi ha dentro, latente o percepibile, sviluppata o da sviluppare che sia, mi sosterranno e mi aiuteranno.
Voglio farcela al meglio, voglio sentirmi una guerriera, vincitrice almeno psicologicamente!
Voglio sostenere i miei figli già molto provati dalla morte del padre.
Sabato 21 gennaio 2012
Ho conosciuto il Dottor S., il chirurgo. Sarà un intervento demolitivo e non ho voluto l’inserimento della protesi in fase operatoria .
Sono uscita piuttosto tranquilla, non preoccupata per la ferita che colpirà la mia femminilità perché non ho mai avuto un particolare attaccamento al seno, tanto piccolo da non farsi notare. L’unico pensiero lo svuotamento dell’ascella che in qualche maniera mi toglierà un po’ di autosufficienza: niente pesi, molta attenzione a tagli e bruciature, possibili ristagni linfatici… Ancora una prova, un cambiamento, un lasciare andare vecchi schemi ormai inutili…
Quanta stabilità e serenità occorrono per non farsi travolgere dagli eventi…
Domenica 22gennaio 2012 ore 22.30
Ho passato una domenica piacevole: relax, amiche, visita alla zia Pierina (104 anni), cinema e pizza con Daniela e Roberto con i quali si è creata una bella amicizia, ci facciamo compagnia e con loro mi rilasso.
Ora il silenzio della casa mi sembra una gioia: mi porta dentro di me, facendomi assaporare la forza, il coraggio che provo nei confronti del… mio cancro.
Sarà un viaggio lungo, con diversi mezzi di trasporto: l’aereo, quello sul quale sono salita ora, forte ma allo stesso tempo leggero fra le nuvole (forse l’incoscienza di non sapere esattamente cosa mi succederà…); poi prenderò il treno, rumoroso, a contatto con la terra; l’auto che io dovrò guidare per decidere dove andare e ci saranno anche dei tratti a piedi, faticosi che aumenteranno i battiti del mio cuore, che mi faranno sudare ma se mi guarderò intorno con attenzione vedrò tutto il paesaggio nei suoi particolari, come non ho mai fatto.
Mercoledì 25 gennaio 2012
Ho visto una cicogna, sono sicura, era una cicogna, che volava nel cielo e poi si è posata sulla cima di un albero altissimo. Sono felice perché ho avuto l’illusione di averla vista solo io in quel traffico di auto scatenate. Ho pensato un bel po’, ma non capivo quale potesse essere il messaggio che mi arrivava. Nel pomeriggi , parlando con la Dany, lei mi ha detto: - Ti porterà una nuova vita! - Chissà… certo già da ora sto vivendo un piccolo cambiamento: sono più attenta alle mie emozioni e voglio innanzi tutto rispettarmi di più, nei desideri, nelle scelte delle amicizie, cioè stare con persone che mi sostengano affettivamente e psicologicamente, sento il bisogno di sentirmi libera.
Giovedì 26 gennaio 2012
Che dolore veder soffrire i figli che dopo sette mesi dalla morte del padre ora hanno la madre con un cancro! cosa posso fare per aiutarli? stare bene psicologicamente, curare la mia mente, essere tranquilla, stabile emotivamente, affrontare questo cancro con determinazione positiva .
Leggevo sui manuali da Hatha Yoga cosa si può praticare con un tumore: soprattutto rilassamenti profondi, meditazione e pranayama… voglio proprio fare così.
Ho ritrovato il biglietto con il numero per ritirare il risultato dell’ago aspirato F318… è da qui è iniziato il mio viaggio…
Lunedì 30 gennaio 2012
Oggi scintigrafia ossea all’ospedale di Prato. Dopo quindici anni di naturopatia, cibi biologici, quasi vegetariana… in un minuto sono diventata radioattiva per 24 ore e chissà…
Mi hanno fatto stare tre ore a bere acqua chiusa in una stanza con altre persone radioattive come me: chi piangeva, chi parlava a voce alta senza fermarsi, chi dormicchiava e quando si alzava non stava in piedi… mi sono sentita “autistica”. Ho chiuso gli occhi ed ho cominciato a pregare. Poi , tra un bicchiere d’acqua e l’altro, una giratina al gabinetto, mi sono messa a leggere “ Pensare col corpo” di Tolja e Speciani e mi sono veramente isolata da tutti.
Durante questa lettura ho capito il mio quadro clinico: il cancro ha colpito il petto che corrisponde al mondo affettivo ed il messaggio è che è stata messa in evidenza la mia affettività negata. Mi torna, è vero mi è mancato l’amore, cominciando da quello della mamma.
Mercoledì 8 febbraio 2012
Mi hanno comunicato la data dell’intervento demolitivo… venerdì 17 febbraio ore 9… qualche brutto pensiero è arrivato, non tanto per la data da far inorridire i superstiziosi, ma per la paura del dolore fisico, della perdita di autonomia, di un brusco cambiamento peggiorativo della mia vita. Devo trasformare queste paure…
Avevo chiesto a Giulia G. di venire a casa mia per qualche seduta del metodo “Resseguier” che lei pratica da molto tempo ed oggi è arrivata. Che meraviglia… il sorriso, l’ottimismo e la voglia di superare al meglio questa prova sono tornati in me. Che potenza questa terapia, che energia positiva è arrivata alla mia mente, quanta cura si dovrebbe avere sempre di lei, tenendola pulita e libera da emozioni negative come per esempio la paura, che stamattina si era impossessata di me.
Giovedì 16 febbraio 2012
Oggi è l’ultimo giorno della prima parte del mio diario e tirando le somme di questo mese e mezzo posso dire che sono contenta di come si è comportata la mia mente.
Ho veramente goduto del “momento presente, momento meraviglioso” (Thich Nhat Hanh): stavo bene fisicamente, la mente era nutrita dalla consapevolezza, non mi sono sentita malata, ho preso in considerazione gli aspetti positivi del cancro, ho valutato che ci poteva essere l’opportunità di un cambiamento di vecchie abitudini e di una crescita spirituale.
Ho capito che potevo essere compartecipe della mia salute senza subire passivamente la malattia attraverso le mie convinzioni, i miei sentimenti e gli atteggiamenti verso la vita.
Di grande sostegno e protezione è stato il sentiero spirituale che da anni ho intrapreso che mi ha portato in una dimensione non soltanto materiale di questo mio cancro: io non sono soltanto questo corpo ma sono anche e soprattutto amore, una potente energia che trasforma, accoglie, scioglie e purifica.
Mi sono sentita circondata dall’affetto, come mai prima di ora, dei miei figli, molto uniti fra sé e ciò mi ha commossa.
Ora posso veramente affermare che il dono più bello che possiamo fare è regalare gioia! Cos’altro potevo dare loro, per esempio, in questo momento così particolare? Come potevo aiutarli a sopportare tante sofferenze, una dopo l’altra, se non rimanendo stabile nella consapevolezza, accogliendo gli eventi in pace e serenità poiché “… la pace e la gioia sono possibili…” Thich Nhat Hanh”.