Di mio padre

"Apro il mio diario con questo tema che ho fatto in 3° media. In questo tema ho espresso e descritto i miei sentimenti che ho provato durante il “calvario” di mio padre. Ho descritto tutto questo in una giornata molto significativa: la Festa del papà… la traccia era: “poiché in questi ultimi tempi ti senti un po’ diversa, perché ti è successo sia in positivo o in negativo, qualcosa di nuovo e straordinario, scrivi una pagina di diario in cui spieghi di che cosa si tratta..." di Sabrina Bartoli

Di mio padre, da piccola, ricordo il suo viso lungo magro e solare, i suoi bellissimi occhi verdi scuro ed i suoi baffi neri. Ricordo anche le sue mani lunghe con un odore di tabacco e dopobarba.

Da lui non ho mai avuto dei no, ma un’infinità di “Si bambina”, mascherando con pazienza e dolcezza il fastidio di un vulcano in eruzione dalle mille voglie e mille idee.

Sapevo benissimo che dicendomi “Si bambina”, io mi calmavo e dimenticavo quasi subito quel desiderio o quella voglia, per inseguirne un’altra.

Non mi ha mai comprato niente di costoso, non ho mai avuto né il cavallo e neppure la bicicletta che gli chiedevo, eppure avevo la sensazione di avere tutto...

Finché un giorno mi sono resa conto di non avere più niente...

Apro il mio diario con questo tema che ho fatto in 3° media. In questo tema ho espresso e descritto i miei sentimenti che ho provato durante il “calvario” di mio padre.

Ho descritto tutto questo in una giornata molto significativa: la Festa del papà… la traccia era: “poiché in questi ultimi tempi ti senti un po’ diversa, perché ti è successo sia in positivo o in negativo, qualcosa di nuovo e straordinario, scrivi una pagina di diario in cui spieghi di che cosa si tratta”.

Venerdi19/03/1999 ore 22

Caro diario,

mi sto preparando per andare a dormire, sono molto stanca, è stata una giornata molto faticosa.

Oggi è la Festa del papà, per regalo gli ho fatto una torta allo yogurt a forma di cuore e un cuscino, sempre a forma di cuore, della sua squadra preferita il Milan.

Per la prima volta sono andata a trovarlo all’Ospedale, insieme a mia cugina Silvia e alla zia Roberta.

Appena mi ha visto con tutti quei regali si è commosso, poi ha iniziato a scherzare ed a fare battute, infatti mi ha detto che se gli lasciavo il cuscino, gli infermieri gli avrebbero fatto tante punture facendogli diventare il sedere pesto, perché quasi tutti all’ospedale tifano Fiorentina.

Mi sarebbe tanto piaciuto passare questa giornata particolare andando a fare delle belle passeggiate

all’aria aperta con lui, invece di andarlo a trovare in un brutto e puzzolente ospedale, pieno di persone che purtroppo stanno male, in un reparto pieno “zeppo” di sofferenza e di speranza.

Spero che esca presto e che possa riprendere a camminare ed a fare da sé tutti i servizi senza dare fastidio a nessuno, come lui crede di dare.

Anche la mamma ne sta risentendo molto di questa situazione, ha iniziato a mangiare poco, va su e giù di continuo, va a lavorare, è diventata una macchinetta, non sta ferma un minuto… è a pezzi…

Io la vedo poco e questo caro diario mi fa stare molto male, non ho più quel dialogo e quelle piccole

discussioni che si avevano prima, che ci facevano sentire meglio e a capirci di più.

Con la nonna non c’è più verso parlare, è molto tesa, io quasi sempre perché sono nervosa le rispondo male e lei sta per molto tempo senza parlarmi.

Le mie cugine, che ogni volta ringrazio mi stanno aiutando molto, se non fosse per loro starei sempre in casa a rimuginare ed a pensare a quello che sta succedendo in questo periodo, che io stessa ho definito “periodo d’inferno”.

Spero e prego molto che tutto questo finisca presto, non lo auguro a nessuno, perché è una vera e propria sofferenza.

Ora ti lascio, per fortuna ci sei tu che mi fai sfogare di tutto quello che ho dentro, rendendomi libera e leggera.

… tre mesi dopo…

 

Addio Babbo

Il destino ha voluto che stessimo insieme solo per 14 anni, dopo ti ha portato via da me.

Questi anni, sono stati i più belli della mia vita, non me li dimenticherò mai.

Quella notte, in quella stanza buia dove ci siamo visti e parlarti per diversi giorni, ti ho dato un piccolo bacio sulla guancia e ti ho supplicato di ritornare da me e dalla mamma… ma tu non mi sentivi…

Alla fine ti sentii diverso, più freddo e proprio mentre ti vedevo cambiare per un motivo che già sapevo, che ancora oggi non voglio accettare, te ne stavi andando via… come una bambina cocciuta quella notte non volevo capire cosa stesse per succedere e perché… ho visto i tuoi occhi chiudersi… e allora mi sono arresa inerme con il cuore a pezzi…

Il giorno del tuo funerale un uccellino si è posato sulla tua bara e poi volando via ti ha portato lassù… insieme al nonno e giorno dopo giorno ci proteggete.

Babbo mi manchi da morire… sei e sarai sempre nel mio cuore…