SCREENING PER IL TUMORE DELLA MAMMELLA

In Italia circa una donna su nove nel corso della vita riceve una diagnosi di cancro alla mammella

In Italia circa una donna su nove nel corso della vita riceve una diagnosi di cancro alla mammella. Il tumore della mammella è il più frequente tumore nella donna dai 40 anni in su.

Lo screening per il tumore della mammella, secondo le indicazioni del Ministero della Salute italiano, si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e prevede l'esecuzione ogni due anni della mammografia.

In questa fascia d'età si concentra la maggior parte dei tumori del seno e, secondo gli esperti dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), la partecipazione allo screening organizzato con invito attivo in questa fascia di età ed effettuato ogni 2 anni riduce il rischio di morire per questa malattia, grazie alla diagnosi del tumore in stadio precoce del suo sviluppo.

La mammografia di screening è un intervento medico e espone a possibili danni non voluti, ma che bisogna conoscere e considerare. Il primo è legato al richiamo per accertamenti, che comporta successive indagini mediche e una situazione di paura e ansia per la donna anche quando si conclude con una diagnosi negativa, cioè senza aver identificato un tumore. Per questo i Programmi di screening cercano di limitare allo stretto necessario questi accertamenti diagnostici cosiddetti ‘Falsi Positivi’ mammografici. Il secondo è legato al fatto che la mammografia diagnostica forme molto iniziali e a bassa aggressività e questo può portare a diagnosticare tumori e a trattarli anche se in alcuni casi, se non scoperti, essi sarebbero stati poco pericolosi per la donna. E’ bene essere consapevoli dei possibili benefici e dei possibili danni, per una migliore informazione chiedete al Centro di Screening. 

La mammografia è un esame radiologico della mammella, che permette di identificare precocemente i tumori del seno, anche di piccole dimensioni e non ancora percepibili al tatto. I programmi organizzati di screening prevedono che l’esame venga eseguito visualizzando la mammella sia dall’alto verso il basso che lateralmente. Inoltre la valutazione della mammografia viene effettuata separatamente da 2 medici radiologi.

Un sospetto alla mammografia non equivale a una diagnosi di cancro al seno, ma richiede ulteriori accertamenti diagnostici (di solito una seconda mammografia, un’ecografia e una visita clinica). Talvolta si viene sottoposti ad esami di approfondimento. L’ago-biopsia permette di analizzare cellule raccolte con un fine ago, in altri casi si ricorre, con un ago di maggior calibro, a un prelievo di tessuto, biopsia, per valutare la presenza di eventuali lesioni maligne (chiamato “mammotome” o “through cut”). La conferma della diagnosi prima dell’intervento (pre-operatoria) è importante per indirizzare il successivo iter terapeutico, innanzitutto l’intervento chirurgico. A seconda delle caratteristiche del tumore, potrà seguire chemio, radio o ormonoterapia.

I protocolli di screening per le donne tra i 50 e 69 anni prevedono la ripetizione del test di screening ogni 2 anni.

È possibile però che il tumore possa comparire durante il lasso di tempo che intercorre fra i due esami, in questo caso si parla dei cosiddetti “Cancri di Intervallo”. È indispensabile che la donna presti attenzione in questi mesi tra due test successivi al proprio seno e ad eventuali cambiamenti (indurimento, noduli, cambiamenti della pelle o fuoriuscita di liquido dal capezzolo). Se si notano cambiamenti è necessario rivolgersi al medico curante.

Dai 45 ai 50 anni è considerato opportuno sottoporsi a mammografia con cadenza annuale, ma ancora nella maggior parte delle Regioni Italiane non è stato attivato il Programma di Screening organizzato (è attivo solo in Regione Emilia Romagna e in Regione Piemonte).

Quindi la donna deve rivolgersi al suo medico curante o al Centro di Screening locale se vuole ricevere una mammografia di screening. La legge cosiddetta Veronesi prevede l’esenzione dal ticket per l’effettuazione della mammografia ogni 2 anni per le donne tra i 45 e i 74 anni. E’ opportuno parlarne con il proprio medico curante e, se si ritiene, chiedere informazioni al locale centro di screening.

Sotto i 45 anni non sono previsti esami particolari né è suggerito di sottoporsi a visita annuale del seno se non per situazioni specifiche e ben definite come la presenza di cambiamenti nel proprio seno che possano richiedere approfondimenti specifici. Per ogni dubbio sulla propria condizione di rischio per tumore della mammella (tra cui la familiarità e il rischio genetico) è opportuno chiedere al medico curante o al Centro Locale di Screening per avere informazioni su come comportarsi.

Nella Regione Toscana le donne fino ai 74 anni che hanno già partecipato al programma di screening continuano a essere invitate.

Dai 75 anni in su, la decisione di continuare lo screening mammografico deve essere discussa con il proprio medico curante che terrà conto delle generali condizioni di salute della donna e dei possibili rischi e benefici. In generale la necessità e l’opportunità di fare una diagnosi precoce del tumore della mammella diminuisce con l’avanzare dell’età. Permane comunque l’esigenza di mantenere l’attenzione ai cambiamenti del proprio seno e nel dubbio rivolgersi sempre al proprio medico curante.

Sia l’esame clinico che quello mammografico si possono effettuare su richiesta a qualunque età in caso di sintomi o sospetti clinici: il medico di famiglia, se ne valuta l'opportunità, ha la possibilità di richiederne l'esecuzione, anche con richiesta d’urgenza.

 

In questi ultimi casi l'accesso non è gratuito, ma è dovuto un ticket. In particolare, specifica attenzione è rivolta a gruppi a maggiore rischio, come le donne con familiarità che possono, se ritenuto opportuno dal medico, usufruire di valutazioni del rischio genetico e percorsi appropriati di sorveglianza e riduzione del rischio.