Sono in attesa

"Quando ti dicono che hai una malattia non te la sai figurare, non te la sai immaginare, la consideri solo un silenzioso, subdolo tradimento del tuo corpo non ti ricordi quante volte tu hai tradito lui. Speri solo che in qualche modo ti abbandoni velocemente o altrimenti che acconsenta a convivere con te, senza dare noia, per tutta la tua lunghissima vita..." di Beatrice Filippini

Sono in attesa, sto aspettando il rumore felpato degli zoccoli di plastica, del cigolio della lettiga.

Sto aspettando di indossare la cuffia e la veste verde per distendermi, con il mio fisico scolpito si, ma da Botero, sul lettino.

Non ho paura... in fondo questa è una sciocchezza.

In fondo, proprio così “in fondo” a un tunnel dove all’inizio un treno mi ha travolto.

Avevo detto: ne parlerò quando tutto sarà finito, ma poi mi sono resa conto che questa storia mi seguirà tutta la vita... e allora se il nemico non lo puoi sconfiggere perchè non farci, non amicizia, ma conoscenza?

In fondo, se proprio non te ne vuoi andare, dovremo stare insieme per tanti, tantissimi anni? Vero che vivremo una vita lunga?

Quando ti dicono che hai una malattia non te la sai figurare, non te la sai immaginare, la consideri solo un silenzioso, subdolo tradimento del tuo corpo non ti ricordi quante volte tu hai tradito lui.

Speri solo che in qualche modo ti abbandoni velocemente o altrimenti che acconsenta a convivere con te, senza dare noia, per tutta la tua lunghissima vita.

Una ironica amica di famiglia quando ha saputo di avere un cancro ha esordito:

- Mah almeno non sarò più sola!

Devo dire che io di solitudine non ho mai sofferto... forse erano loro che si sentivano un po’ soli.

Dico loro perchè erano due, i tumori, uno per seno.

Scusa non potevano farsi compagnia tra di loro invece di rompere le scatole a me?

Il cancro è tremendo, presidia in un attimo ma poi sfrattarlo richiede tempo e sofferenza.

Devi fare in modo anche che non gli torni in mente di tornare... devi fare terreno bruciato…

La sofferenza, che e’ stata tanta, sinceramente non me la ricordo più. Meno male che la mia mente l’ha cancellata.

Mi ricordo solo alcuni momenti difficili e tante notti a piangere. ,

La notte ha sempre avuto un significato speciale per me: è quando tiro le somme della giornata e della mia vita, quando penso alla direzione che sta prendendo, un po’ come per tutti.

E tirare le somme in quel periodo non prometteva notti favolose!

Solo la notte puoi piangere perchè sei sicuro che nessuno ne soffrirà a parte te.

Non ho affidato me e la mia malattia a nessun familiare, a nessun amico, ho voluto gestire io la situazione: in fondo si parla di me del mio corpo e anche della mia buccia!

Gli altri, se scomparirò, soffriranno ma se ne faranno una ragione… invece io mi ritroverò essere solo anima (se esiste) e niente corpo… sarebbe una discreta fregatura, almeno in questo momento!

Anche perchè avrei voglia di campare parecchio, pure scocciando, almeno flno alla centesima candelina... vorrei decidere io quando allontanarmi... alzarmi una mattina, o farmi alzare dalla badante, decidere di essere troppo stanca e cosi morire, però tra tanto tantissimo tempo!

Al mondo, in fin dei conti, ci sto benissimo!

Mi sono principalmente aiutata da sola perchè penso che si debba fare cosi, siamo noi che dobbiamo intensamente voler guarire, forse a volte arrancando, sfinendosi o decidendo anche quando chiedere aiuto.

Io, alla fine, tac permettendo, ce l’ho fatta.

L’ho sconfitto se non nel corpo, nella testa: non mi ha tolto né il sorriso né la voglia di vivere!

Adesso deve iniziare una rinascita, come se fossi sopravissuta a un disastro aereo... si perchè di compagni di viaggio ne ho persi parecchi... beh dobbiamo vivere anche per loro.

Io e le mie nuove tette! Taglia quarta! Almeno loro hanno tante cicatrici e tanti problemi ma non hanno il problema della forza di gravità… e almeno loro saranno eterne: non credo che il silicone sia biodegradabile!

 

Beba

Dedicato a Lia