O mio babbino caro
"Ricordo una sera d’estate: è sabato sera, cammino in mezzo a te e alla mamma: vi tendo le mie piccole mani. Sento il vostro amore e la vostra protezione e sono la bambina più felice del mondo. Ho sempre vivo nella mente la serenità di quella sera e quando ricordo momenti felici della mia vita, quello sicuramente è il più forte..." di Paola Benedetti
“O mio babbino caro”,
ti scrivo questa lettera accompagnata dalle note del Maestro, al quale chiedo umilmente scusa per questa mia libertà, ma è come se la melodia avvicinasse ancor più i nostri cuori.
Ricordo una sera d’estate: è sabato sera, cammino in mezzo a te e alla mamma: vi tendo le mie piccole mani. Sento il vostro amore e la vostra protezione e sono la bambina più felice del mondo.
Ho sempre vivo nella mente la serenità di quella sera e quando ricordo momenti felici della mia vita, quello sicuramente è il più forte.
Sono trascorsi tanti anni. Ti tendo le mie grandi mani: accarezzo la tua fronte, i tuoi occhi socchiusi che cercano un po’ di riposo dal dolore e dalla sofferenza. Sono vicino a te per coccolarti, proteggerti e per renderti il babbo più felice del mondo.
La tua malattia è arrivata fulminea e irrimediabile ed io cerco di affrontarla come tu sicuramente avresti voluto: senza drammi e tragedie. Hai sempre detto: “per superare le difficoltà e i grandi dolori della vita ognuno di noi deve cercare la forza dentro se stesso, ma sempre con l’aiuto del buon Dio e delle persone care”. Quella forza credo proprio di averla trovata e mi aiuta immensamente in questa dolorosa esperienza.
Ti voglio tanto bene babbo.
Sei un grande maestro di vita ed io farò tesoro dei tuoi insegnamenti.